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Poesie Di Trilussa / Poesia Di Trilussa Letta Da Bocelli

La vita mia, che nasce per un gioco come la maggior parte de le cose, sta chiusa in una goccia... Tutto quanto finisce in una lagrima de pianto. Vota la poesia: Commenta Consigliati Frasi di Amore Frasi sulla Amicizia Frasi sulla Vita Frasi Belle Frasi Sagge Buon Anno 2020 Ultimi argomenti inseriti Frasi sulla Rinascita Frasi sul Coronavirus Frasi sulla Gioia Preghiere per la guarigione Preghiere per la Pasqua Preghiere alla Madonna

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Sul natale

poesie di trilussa sulla pasqua

È questione de nummeri. A un dipresso è quello che succede ar dittatore che cresce de potenza e de valore più so' li zeri che je vanno appresso. fonte: Reposta per primo quest'articolo

Una vorta je chiesi: - E come fai a conservà lo stesso bon umore puro ne li momenti der dolore, puro quanno me trovo fra li guai? Felice te, che nun te cambi mai! Felice te, che vivi senza core! - La Maschera rispose: - E tu che piagni che ce guadagni? Gennte! Ce guadagni che la genti dirà: Povero diavolo, te compatisco... me dispiace assai... Ma, in fonno, credi, nun j'importa un cavolo! Fa' invece come me, ch'ho sempre riso: e se te pija la malinconia coprete er viso co' la faccia mia così la gente nun se scoccerà... - D'allora in poi nascónno li dolori de dietro a un'allegia de cartapista e passo per un celebre egoista che se ne frega de l'umanità! Vota la poesia: Commenta Pubblicata il 4 ottobre 2005 L'eroe al caffè È stato al fronte, sì, ma col pensiero, però ti dà le spiegazioni esatte delle battaglie che non ha mai fatte, come vi fosse stato per davvero. Dovresti vedere come combatte nelle trincee d'Aragno! Che guerriero! Tre sere fa, per prendere il Montenero, ha rovesciato il bricco del latte!

Antro che le caciotte de montagna! Pasticci dorci, gnocchi, timballi fatti apposta, un pranzo co' li fiocchi! una cuccagna! - L'intessa sera, er Sorcio de campagna, ner traversà le sale intravidde 'na trappola anniscosta; - Collega, - disse - cominciamo male: nun ce sarà pericolo che poi...? - Macché, nun c'è paura: - j'arispose l'amico - qui da noi ce l'hanno messe pe' cojonatura. In campagna, capisco, nun se scappa, ché se piji un pochetto de farina ciai la tajola pronta che t'acchiappa; ma qui, se rubbi, nun avrai rimproveri. Le trappole so' fatte pe' li micchi: ce vanno drento li sorcetti poveri, mica ce vanno li sorcetti ricchi! La cornacchia libberale Una cornacchia nera come un tizzo, nata e cresciuta drento 'na chiesola, siccome je pijo lo schiribbizzo1 de fa' la libberale e d'uscì sola, s'infarinò le penne e scappò via dar finestrino de la sacrestia. Ammalappena se trovò per aria coll'ale aperte in faccia a la natura, sentì quant'era bella e necessaria la vera libbertà senza tintura: l'intese così bene che je venne come un rimorso e se sgrullò2 le penne.

Naturarmente, doppo la sgrullata, metà de la farina se n''agnede, ma la metà rimase appiccicata come una prova de la malafede. - Oh! - disse allora - mo' l'ho fatta bella! So' bianca e nera come un purcinella... - E se resti così farai furore: - je disse un Merlo - forse te diranno che sei l'ucello d'un conservatore, ma nun te crede che te faccia danno: la mezza tinta adesso va de moda puro fra l'animali senza coda. Oggi che la coscenza nazzionale s'adatta a le finzioni de la vita, oggi ch'er prete è mezzo libberale e er libberale è mezzo gesuita, se resti mezza bianca e mezza nera vedrai che t'assicuri la cariera. E voi le ricordate? Quali sono secondo voi le migliori poesie di Trilussa? Ne avete qualcuna che preferite?

Poesia di trilussa letta da bocelli

.. seguiteci sulla pagina Facebook Curiosity.. Trilussa, dieci fantastiche poesie brevi e fulminanti l 26 ottobre del 1871 nasceva a Roma il poeta e scrittore Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Salustri ( salustri – trilussa), celebre per i suoi versi in dialetto romanesco e per lo stile satirico e dissacrante degli usi e dei costumi della borghesia e della piccola borghesia della sua epoca. Le prime pubblicazioni di Trilussa, prevalentemente sonetti, risalgono agli anni intorno al 1890, soprattutto sul quotidiano romano Il Messaggero, col quale collaborerà per molti anni. La prima pubblicazione libraria è del 1889: " Stelle de Roma. Versi romaneschi ". Seguiranno poi moltissime raccolte tra cui " Quaranta sonetti romaneschi " (1894), " Favole romanesche " (1901), " Sonetti romaneschi " (1909), " Omini e bestie " (1914) e il celebre poemetto " La vispa Teresa " (1917). Durante gli anni del fascismo Trilussa non solo non prese mai la tessera del partito fascista, ma riuscì a non subire conseguenze per il fatto di dichiararsi sempre non-fascista (pure se mai si dichiarò esplicitamente antifascista) e pur non mancando mai tuttavia, neanche durante il regime, di continuare a satireggiare il potere così come la cieca obbedienza del popolo.
Sia ne l'azzione come ner pensiero rimani un caso voto e inconcrudente. Io invece, se me metto a capofila de cinque zeri tale e quale a te, lo sai quanto divento? Centomila. È questione de nnummeri. A un dipresso è quello che succede ar dittatore che cresce de potenza e de valore più so' li zeri che je vanno appresso. Voi marciate in carrozza padronale e ogni giorno cambiate de vestiario; io, invece, che ciò giusto er necessario, vado a pedagna e vesto sempre eguale. Voi sete bionna bionna, io moro moro, voi sete bianca bianca, io nero nero, voi campate de rendita, io lavoro; quer che ciò io nun ce l'avete voi… Se l'estremi se toccheno davero perché nun se toccamo puro noi? Li panni stesi giocano cór vento tutti felici d'asciugasse ar sole: zinali, sottoveste, bavarole, fasce, tovaje… Che sbandieramento! Su, da la loggia, una camicia bianca s'abbotta d'aria e ne l'abbottamento arza le braccia ar celo e le spalanca. Pare che dica: — Tutt'er monno è mio! — Ma, appena er vento cambia direzzione, gira, se sgonfia, resta appennolone… E un fazzoletto sventola l'addio.
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La strada è lunga, ma er deppiù l'ho fatto: so dov'arrivo e nun me pijo pena. Ciò er core in pace e l'anima serena der savio che s'ammaschera da matto. me fermo a beve e chiedo aiuto ar vino: Mò me ne vado (ultime parole di Trilussa prima di morire il 21 dicembre 1950) - Advertisement -

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